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Lo spettro visibile

La luce che raggiunge e penetra l’occhio umano è suddivisa in spettro visibile, che comprende le lunghezze d’onda tra 380 e 780 nm, e spettro non visibile, che include la luce nell’intervallo ultravioletto (luce UV) e l’intervallo infrarosso (luce IR).

E’ noto da tempo che i raggi UV sono potenzialmente in grado di causare danni ai tessuti organici quali la nostra pelle e gli occhi; per questo motivo, utilizziamo ad esempio appositi prodotti per la protezione solare. Tuttavia, anche la luce blu-violetta può causare lesioni, soprattutto ai nostri occhi. La luce blu-violetta può avere minore energia di quella ultravioletta ma, al contrario della luce UV – la maggior parte della quale viene assorbita dalla parte frontale dell’occhio – la luce blu raggiunge la retina.

Il componente della luce nell’intervallo blu-violetto tra 380 e 500 nm è conosciuto come luce visibile ad alta energia (HEV). Le lunghezze d’onda comprese tra 380 e 440 nm sono considerate particolarmente critiche e sono ritenute tra le possibili cause della fotoretinite che comporta danni alla retina dovuti a luce incidente ad alta energia.

 

 

Gli aspetti benefici della luce blu

 

Alcuni studi scientifici affermano che la luce ha un effetto biologico sul nostro corpo, contribuendo tra le altre cose, a regolare l’equilibrio ormonale del corpo umano. L’ormone melatonina svolge un ruolo importante nella regolazione del nostro ciclo sonno/veglia,  inoltre, l’energia luminosa necessaria per questo processo viene assorbita in larga misura dai nostri occhi. Un altro fattore chiave in questo processo è un fotopigmento definito melanopsina, che, come è stato dimostrato, è il più attivo nella porzione ad onde corte dello spettro visibile. Ne consegue che anche la luce blu che raggiunge la nostra retina è funzionale ad assicurare il nostro benessere psicologico, per questo motivo la fototerapia viene utilizzata con successo per trattare la depressione invernale e l’insonnia.

La luce UV è inoltre coinvolta nella produzione di vitamine e ne consegue anche che lo stimolo luminoso esercita un’influenza importante sul nostro metabolismo. In sintesi, il nostro corpo necessita della luce blu.

Ad esempio, la cataratta, patologia di cui solitamente soffrono le persone anziane, impedisce a parte della luce blu di raggiungere la retina e, l’effetto delle lenti intraoculari utilizzate per curare i pazienti che ne sono interessati, è quello di bloccare la luce blu. Ne potrebbero derivare alterazioni del ritmo sonno-veglia di queste persone, per la maggior parte anziane, e delle ore di sonno di cui hanno bisogno.

 

Effetti nocivi della luce blu

 

Una quantità eccessiva di luce nell’intervallo ultravioletto e blu-violetto può danneggiare l’occhio umano. Oltre a provocare un’infiammazione dolorosa della congiuntiva e della cornea, può anche causare danni al cristallino (p. es. cataratta) e, in particolare, alla retina (degenerazione maculare).

In questi casi, è consigliato indossare occhiali da sole con una protezione del 100% contro i raggi UV in condizioni di intensa luce solare, soprattutto in presenza di forte abbagliamento, come su uno specchio d’acqua o sulle piste da sci.

 

La luce blu nelle odierne sorgenti luminose

 

Dai diodi ad emissione luminosa (LED) alla luce allo xeno, dalle lampadine a risparmio energetico alla radiazione elettromagnetica degli schermi: tutte le “nuove sorgenti luminose”, progettate per migliorare e facilitare la nostra vita, contengono una proporzione di luce blu superiore a quella delle tradizionali lampadine del passato. La differente composizione spettrale della luce comporta un’esposizione ad una quantità di luce blu molto più elevata rispetto a prima. Questo potrebbe portare a potenziali conseguenze negative per gli occhi.

La normativa IEC 62471 sulla Sicurezza Fotobiologica ha definito una serie di rischi per la salute umana causati dalla radiazione ottica, uno di questi è il rischio da luce blu che può causare un danno alla retina dei nostri occhi.

Studi scientifici hanno individuato un'azione fortemente ossidante e tossica della luce blu ai danni della retina e del cristallino (la lente del nostro occhio). In altre parole, oltre ad accelerare i processi degenerativi dell'occhio (come l'insorgenza della cataratta) la luce blu può avere effetti letali sui fotorecettori. Questi effetti della luce  blu , sono rilevabili anche quando l'esposizione è di breve durata.

  

Lenti  con filtro per la luce blu

 

La radiazione della luce blu emessa da sorgenti luminose artificiali o dagli schermi può essere irritante o causare affaticamento agli occhi di alcune persone. Un filtro blu può garantire una visione più nitida: le diverse lunghezze d’onda della luce visibile vengono rifratte in modi leggermente differenti dalla cornea e dal cristallino; per questo motivo non tutte raggiungono lo stesso punto focale sulla retina.

Si conoscono bene fenomeni quali ad esempio una più facile e nitida percezione del rosso per lontano e del blu per vicino, oppure il maggiore affaticamento per mantenere a fuoco grafici contenenti linee rosse, verdi e blu, rispetto a linee con sfumature di colore identiche o similari. 

Alcune persone riscontrano che sorgenti luminose con un’elevata porzione di luce blu possono farle sentire più agitate durante la notte. Quando ci troviamo in una stanza al buio, oppure all’aperto al tramonto o di notte, i nostri occhi passano ad una modalità di visione differente. In condizioni di scarsa illuminazione, l’occhio umano passa dalla sensibilità al verde a quella per lo spettro ad alta energia del blu. Ne consegue che percepiamo la luce blu più intensamente e quindi possiamo provare una sensazione di maggiore abbagliamento. Questo effetto risulterà ben evidente a chi, durante la guida, rimane abbagliato dai fari dei veicoli provenienti in direzione opposta, in particolare di quelli con moderni fari LED o allo xeno. Le lenti per occhiali con filtro per la luce blu assicurano  una visione più confortevole in queste situazioni.

 

Dispositivi digitali che cambiano la nostra visione

 

Tablet, smartphone e altri dispositivi digitali dotati di display non hanno modificato solamente lo spettro luminoso al quale siamo esposti, bensì anche le nostre abitudini visive. È importante riconoscere che trascorriamo molto più tempo guardando  “da molto vicinoˮ rispetto al passato. La ragione è che spesso la luminosità dello sfondo è eccessivamente ridotta. Il problema riguarda anche i bambini: “Miopia scolasticaˮ è il termine che indica la crescente tendenza alla miopia rilevata tra i bambini quando iniziano a frequentare la scuola.

 

Il non dedicare più tempo alla visione ”per lontano”, può portare i nostri occhi a poche opportunità per rilassarsi e, sostanzialmente, “perdiamoˮ la capacità di accomodare rapidamente a varie distanze. Ne deriva il cosiddetto affaticamento degli occhi dovuto all'uso di dispositivi digitali. Inoltre, la nostra cornea viene idratata meno frequentemente dal liquido lacrimale, poiché quando fissiamo un display digitale è naturale battere le palpebre meno spesso. Le conseguenze possono essere affaticamento e stress degli occhi. Nel caso peggiore può venire addirittura compromessa la visione.